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Primavera 2015

IL VALORE DELLA CREATIVITÀ by Enrico Cogno

Metà delle attività di oggi, tra venti anni, saranno scomparse; i lavori legati ai trasporti, alla logistica, all’amministrazione e a tutte le attività ripetitive, saranno delegati ai computer e alle intelligienze artificiali.
I lavori nuovi saranno quelli basati sull’empatia, sulla creatività, sulla capacità di negoziare, sulla comunicazione… tutti campi che un’intelligenza artificiale, per quanto sofisticata, non riesce a padroneggiare. Basta leggere le traduzioni di Google.
Noi italiani, flessibili, empatici, ingegnosi, dovremmo sentirci rassicurati, perché queste cose le abbiamo nel sangue.
L’imprevisto e l’ambiguità (due cose che i computer non sanno affrontare) non ci spaventano.
Sappiamo creare con gusto, sappiano produrre piacere e bellezza, tutte cose difficili da informatizzare. Grazie alla diffusione delle stampanti 3D la tecnologia potrebbe anche dare impulso alla nostra straordinaria vocazione di artigiani.
Ma dobbiamo però riconoscere il valore, anche economico, di queste nostre abilità. Se escludiamo alcuni fortunati (oltre che abili) stilisti, designer, architetti, scrittori, registi (se andate a contarli, non sono molti: fanno molto effetto, ma non sono certo un grande numero) oggi i lavori meno pagati sono proprio quelli creativi, alcuni dei quali non godono neppure dell’onore di una etichetta formale e, negli elenchi ufficiali, finiscono negli eccetera. Ma sono quelli che domani ci salveranno. È ora che la creatività sia riconosciuta. E, se possibile, ricompensata.

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