Tilda Swinton in Embodying Pasolini
In anteprima mondiale, l’attrice britannica insieme a Olivier Saillard, accompagna il pubblico in una performance artistica suggestiva negli spazi del Mattatoio Testaccio a Roma
Un dialogo a distanza, tra arte e poesia. Una performance immaginata come una mostra in divenire, un sguardo nell’atelier d’artista, dove l’azione prende forma intorno all’abito, alter ego, partner e opposto del corpo che lo indossa. Olivier Saillard – riconosciuto storico della moda, ex direttore del Museo Galliera di Parigi e fashion curator di fama mondiale – e Tilda Swinton – icona del cinema internazionale, insignita nel 2020 con il Leone d’Oro alla carriera – hanno ideato Embodying Pasolini, una viaggio nella memoria che rida vita a 40 costumi ideati per alcuni film di Pier Paolo Pasolini, presentato in prima assoluta a Roma, negli spazi della Pelanda e del Padiglione espositivo del Mattatoio, nell’unica data del 25 giugno 2021. Gli abiti disegnati da Danilo Donati per i film pasoliniani, realizzati e tutt’oggi custoditi dalla Sartoria Farani, e una selezione di forme di legno del Laboratorio Pieroni, utilizzate per creare i cappelli indossati nei film del regista, che caratterizzeranno come presenze misteriose lo spazio dell’atelier, sono l’ideale punto di partenza da cui nasce e si sviluppa Embodying Pasolini, nella drammaturgia creata da Saillard e Swinton.
Protagonista curiosa e magnetica, Tilda Swinton, attrice britannica iconica e glamour, ‘scopre’ lentamente abiti e cappelli, togliendoli dalla carta velina, osservandone i dettagli e le forme vuote, in un dialogo tra consistenza e memoria che racconta la mancanza, l’assenza, suggerendo il contrasto tra potenza e atto. “Sta a lei” scrive Olivier Saillard raccontare nei buchi e nei vuoti di una manica cosa fosse un dialogo, uno scambio di attori, una scena”. Dal Vangelo Secondo Matteo, a Uccellacci e uccellini, Edipo Re, Porcile, Il Decameron, I racconti di Canterbury, Il fiore delle Mille e una Notte, fino a Salò o le 120 giornate di Sodoma, i costumi – vestiti, cappotti, come fragili opere di fili intrecciati e tinti – ricreano una cinematografia immaginaria, gesti e parole, creando frame suggestivi ed evocativi di emozioni. Gli abiti sonosoggetto e oggetto di una pratica evocativa, attraversano il tempo della performance, di cui il pubblico è spettatore.
“La cultura non si ferma mai – afferma la Swinton - abbiamo l’opportunità di rivederla, di raggrupparla, ma non si ferma mai”.
Embodying Pasolini è promossa da Roma Capitale, organizzata da Zétema Progetto Cultura con la collaborazione di Azienda Speciale PalaExpo prodotta da Studi OlivierSaillard, con il coordinamento di Aymar Crosnier. Collaborazione artistica di Gaël Mamine.
Cristina Chiarotti