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Non ci sono più le mamme di una volta

Non ci sono più le mamme di una volta

 

 

by Susanna Tanzi

 

 

Escono in contemporanea, il 27 febbraio, due film originali su un tema molto caro agli italiani: la mamma. Ma attenzione, registi e sceneggiatori qui hanno giocato duro, rivoltando come un calzino quello che solitamente ci si attende da una figura che definire iconica è poco. In Doppio sospetto, noir diretto da Olivier Masset-Depasse, accolto con molti applausi al Toronto Film Festival e vincitore di 9 premi agli Oscar del Belgio, protagonista è una sorprendente Veerle Baetens (Alabama Monroe – Una storia d’amore). La storia si svolge negli anni Sessanta, in due case a schiera di un ordinato quartiere borghese. Qui due amiche, Alice e Céline, si sostengono e condividono tempo libero, riunioni scolastiche dei rispettivi bambini, serate piacevoli con mariti e figli. Questa armonia perfetta si spezza il giorno in cui Alice assiste, impotente, alla morte accidentale di Maxime, il figlio di Céline: accecata dal dolore, Céline rimprovera ad Alice di non aver fatto il possibile per salvare suo figlio e sembra meditare una sconvolgente vendetta... Gelosia, rivalsa, astuzia, finzione, estrema freddezza diventano le armi in cui si combatte una guerra psicologica sotterranea al femminile. Happy and molto in forse...

E due figure femminili che rendono doppiamente godibile il plot si rimpallano la sceneggiatura con grande bravura in Dopo il matrimonio, scritto e diretto da Bart Freundlich. Ancora una volta, nulla è come sembra tra Julianne Moore, manager newyorchese di successo e Michelle Williams, orgogliosa idealista in cerca di fondi per l'orfanotrofio di cui si occupa in India. Due donne che non potrebbero sembrare più diverse e lontane, legate da un uomo e da un passato che una delle due ha cercato di archiviare, mentre l'altra ha voluto riannodare. Seppure per un motivo più nobile e commovente di quanto possa sembrare nella prima parte del film. Basato sul film di Susanne Bier After the wedding, nella nuova versione Usa le due donne prendono il posto dei protagonisti maschili dell'originale. Una scelta per una parte fortemente voluta dalla Moore, 59 anni, che è riuscita così a convincere il il regista, che è anche suo marito. In questo caso, come anche nel film belga, le figure maschili restano sullo sfondo, lasciando alle 4 impeccabili interpreti il compito di stupire e fare riflettere su un ruolo, quello della madre, che ancora resiste a stereotipi e proiezioni di un inconscio collettivo duro a morire.