I Depeche Mode ipnotizzano l’Olimpico
Toni diversi, atmosfere diverse rispetto al 2017 e soprattutto in due, senza Andy sul palco ma presente in ogni istante del concerto.
Un concerto decisamente diverso quello dell’Olimpico di ieri che ha riportato in Italia i Depeche Mode con il loro tour Memento Mori.
Un tour-tributo ad Andy ma anche una riflessione su temi costanti e insiti in ognuno di noi. La caducità, il fluire della vita e l’essere pronti a reagire e a guardare il futuro partendo da queste consapevolezze.
La classe senza tempo di Dave Gahan e Martin Gore - con i loro più di 60 anni d’età e 40 di palcoscenico - insieme alle loro magnetiche sonorità che riportano agli anni ‘80 ma sanno di futuro e parlano anche alle next generations, hanno fatto tutto il resto. Una ricetta perfetta ed ipnotica come la grande M al centro del palco che oltre ad illuminarsi di rosso, blu o giallo è divenuta essa stessa contenitore di immagini più o meno oniriche, spirituali ed evocative.
Un ricordo di Andy costante anche nei nuovi testi ma non è mancata l’energia rock che ha fatto ballare e cantare tutto l’Olimpico. Quasi 60mila persone di ogni età che non hanno saputo resistere alle eterne Enjoy the Silence, Walking in my shoes, Precious, Just Can't Get Enough, Personal Jesus. O alla toccante anche Question of lust cantata da Martin Gore.
Due gentleman dandy e rock che hanno fatto storia ma hanno ancora un fascino intramontabile e più che contemporaneo, capaci per ben 2 ore di ipnotizzare una platea variegata che sa apprezzare il meglio del passato per guardare al futuro.
Il tour italiano prosegue con la data di Milano e Bologna e Hublot in qualità di sponsor accompagnerà i Depeche Mode aiutando a sensibilizzare e raccogliere fondi per #TheConservationCollective l’organizzazione britannica scelta dalla band come partner charity ufficiale del tour Memento Mori.