Eva Khoury Interior Designer.
Eva Khoury (E.K Design) è una designer italiana di origine Libanese, nata a Beirut, ha vissuto molti anni a Parigi trasferendosi poi nel 2005 in Italia. Ha lavorato nella progettazione di alberghi e ristoranti principalmente in Medio Oriente, fino a quando ha iniziato ad occuparsi del totale restyling di Riva del Sole Resort & SPA, struttura svedese, a Castiglione della Pescaia. Da quando ha iniziato ad oggi, durante la sua strada all’Estero e poi in Italia, ha sviluppato una sua filosofia personale, ovvero che per riuscire a dare il meglio di sé stessi bisogna prima capire cosa vuole il cliente, e ovviamente avere un’idea dello stile che richiede. Un ambiente ben fatto deve rispecchiare l’identità del luogo, la sua ideologia e la sua storia. Un ambiente che perde la sua identità non può trasmettere una storia e/o un’emozione.
Secondo Lei come si giudica “buono” un lavoro di interior design? E in particolare nel settore dell’Hotellerie di oggi?
“Non mi piace dire che ci sono lavori buoni o meno buoni” afferma Eva Khoury. “infatti il gusto e l’arte sono una cosa molto soggettiva, che ognuno di noi potrebbe interpretare a modo suo. Invece posso soltanto giudicare” continua “ se una cosa è funzionale e se è fatta bene o meno, nel senso, se il materiale usato è conforme alle richieste del posto e all’uso che ne verrà fatto. Tante volte mi meraviglio, in senso negativo, per quanto un posto possa essere bello ma il materiale usato nel modo sbagliato possa essere scadente, soltanto perché chi ci ha messo il gusto non ha pensato alla funzionalità.
Su quest’aspetto penso che ci sia ancora tanta strada da fare per chi progetta un albergo o un ristorante senza avere un background di alberghi. Bisogna sempre fidarsi di qualcuno che ha già fatto ristoranti e alberghi, perché è una cosa molto diversa dell’arredare un appartamento privato. Nel privato le strade del design sono infinite!
Come combina funzionalità e bellezza? Quando un ambiente è “bilanciato”?
Un ambiente bilanciato deve rilassare l’ospite, deve avere tutto quello di cui possiamo avere bisogno, sentirsi a casa anche essendo fuori casa. Ci vuole anche una buona dose di consapevolezza per arredare un ambiente che viene usato da tutti, quindi non molto impegnativo ma accogliente e funzionale.
Da dove trae ispirazione? Natura, diverse culture, dalle sue esperienze internazionali?
Sono una sognatrice per eccellenza, la mia immaginazione fa il giro del mondo ogni volta che entro in un posto, penso a cosa mi piace, cosa non mi piace, e cosa potrei fare per renderlo più “bello”, ma penso che sia la mia deformazione professionale. La cosa che mi spira di più arriva quando meno me lo aspetto. Una volta passavo vicino ad una farmacia e la serranda era chiusa, ho guardato dentro e i raggi del sole sulla serranda e sul vetro davano una luce stupenda all’interno, ho fatto una foto con il mio cellulare e ho cercato più avanti di riprodurre quest’effetto di luci e arredi in uno dei miei progetti. Devo dire che il risultato ha stupito anche me! La mia ispirazione viene da ovunque.
Parliamo di Riva del Sole Resort & SPA. L’ultima realtà in Toscana, in ordine cronologico, a cui si è dedicata. Struttura Svedese nata negli anni '60, in cui lo stile svedese è ancora forte.
Sì, il progetto di Riva del Sole ha una forte identità eco-sostenibile che ho voluto assolutamente salvaguardare, abbinando la mano d’opera Italiana con lo style Svedese. Infatti tutte le camere dell’albergo (155) che ho ristrutturato sono state fatte su misura in Italia, ho voluto progettare il tutto con una visione di materiali solo made in italy che però possano rispecchiare uno “stile Svedese” tradotto nella semplicità e nell’utilità dello spazio.
Come ha coniugato questo stile, tornato molto in voga, con le sue idee creative nel realizzare la nuova Exotik Suite?
La mia ultima creazione, la “Exotik Suite”, concepita quest’anno, è stata la seconda Suite per Riva del Sole. Infatti, qualche anno fa avevo creato la “Coral Suite” in uno stile totalmente diverso per chi vuole immergersi in uno spazio chiaro, marino e moderno di fronte al mare. Invece la “Exotik Suite”, sempre di fronte al mare, va a colpire chi ama sognare il lusso e la voluttà. Queste due Suite Esclusive sono molto ampie e danno una mia impronta personale a Riva del Sole, sempre molto diversa una dall’altra. Dopo tutto credo che sia giusto dare all’ospite una scelta variegata per sognare nello stile che lui sceglie. A prescindere dal fatto che tutti i mobili delle stanze sono disegnati appositamente da me, ho voluto arricchire la Exotik Suite con vari complementi d’arredo firmati da due grandi designer del presente e del passato: il visionario Philippe Starck e il pluripremiato Vico Magistretti. Invece la carta parati è di Wall&Deco, le lampade dalla Flos, e tutti i sanitari usati per la ristrutturazione dell’albergo sono rigorosamente della Villeroy & Boch.
A cosa si è ispirata per la realizzazione dell’Exotik Suite? E perché questo nome?
La Exotik Suite è una miscela di colori che vedo spesso nei locali in Svezia, l’ottone in particolare è una cosa che ho notato in diversi posti a Stoccolma. Mi sono innamorata di questo materiale già molti anni fa, laddove lo avevo usato in un progetto di ristorante a Beirut. Invece il nome riflette quello che questa camera offre un mondo semplicemente esotico!
Progetti per il futuro? Continuerà la sua collaborazione con Riva del Sole?
Sì la collaborazione continua, infatti nell’anno 2019 sarà inaugurato il nuovo ristorante di Riva del Sole. Ci sto già lavorando, la ristrutturazione completa del ristorante inizierà a fine ottobre e si concluderà a inizio aprile 2019 per l’apertura della nuova stagione. Sarà sicuramente una grande novità per la stagione prossima. Il nome non ve lo svelo, anche se è già stato scelto. Sarà in tutti sensi una sorpresa!
Quale Hotel le è piaciuto di più per il suo design durante i suoi viaggi di lavoro e non?
Ho viaggiato molto durante la mia vita lavorativa o per trascorrere delle vacanze e, devo dire che tanti alberghi dove sono stata sono molto belli. Quello che osservo di più in un Hotel è il senso e il messaggio che vuole dare. Ho notato che quelli che mi hanno colpito di più sono quelli che hanno saputo dare il meglio del design mantenendo la loro vera identità.
Quale può definire il suo progetto preferito fino ad oggi e perché?
Tutti i miei progetti sono “miei piccoli gioielli” sparsi nel mondo, è sempre molto difficile per me rispondere però, un progetto al quale mi sono particolarmente affezionata è un Ristorante a Beirut fatto all’interno di una serra in città, le sedie e i tavoli erano circondati da alberi e fiori, una dimensione surreale con cascate d’acqua, ponti sopra sponde piene di ninfee, in un concept tutto mio all’insegna della natura e dell’uomo.