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Red Carpet Superstar

Red Carpet Superstar

 by Susanna Tanzi 
Le presenze al recente Film Festival di Torino e alla Festa del Cinema di Roma ad ottobre fanno concorrenza alla storica passerella di star della Biennale al Lido di Venezia. Una bella sfilata di attrici e attori che hanno acceso i riflettori sulle due kermesse e illuminato il grande schermo. 
I film, certo. Belli, più o meno interessanti, tanti in anteprima, hanno richiamato un pubblico di tutte le età, come sempre accade ai Festival di Roma e di Torino. Ma la vera differenza in queste due edizioni l’hanno fatta i red carpet, le masterclass, gli incontri. Una vetrina scintillante di star internazionali, che hanno incantato con il loro fascino, gli abiti sfavillanti, i sorrisi e la voglia di concedersi ai tanti fan accorsi. Ecco quindi che al 42° Torino Film Festival, la kermesse curata quest’anno con grande attenzione e ricchezza di temi dal direttore artistico Giulio Base, ha sfilato Sharon Stonebellissima in un abito rosso fuoco pieno di ruches, sempre sexy in un tubino stretto stretto di paillette, che ha dichiarato con la solita grinta “Combatto per fare cose che non vogliono che io faccia”. Premiata con la Stella della Mole, ha ricevuto altri applausi dal pubblico alla visione di The Quick and The Dead (1995) di Sam Raimi, film da lei interpretato e prodotto e proiettato in suo omaggio al Festival. In conclusione del suo passaggio, Stone rivela di essere pittrice e, oltre alla pizza e al gelato, dell’Italia apprezza l’accoglienza che viene riservata ai suoi dipinti. In primavera Roma ospiterà una sua mostra, in autunno poi a Torino.
Grande entusiasmo anche per Angelina Jolie, icona di charme, e per il film di cui è produttrice, Without Blood, tratto e adattato dal romanzo di Alessandro Baricco del 2002. L’attrice ha raccontato di essere rimasta molto colpita dalla profondità delle tematiche affrontate nel romanzo, «era come leggere uno studio sulla nostra umanità, sulle relazioni umane. Ho fatto del mio meglio per adattarmi alla sua scrittura, non ho cambiato molto”.Sempre molto attenta alle buone cause, durante l’incontro con la stampa ha richiamato l’attenzione sulle disuguaglianze e sulla violenza, specialmente contro donne e ragazze, denunciando le ingiustizie che si manifestano in molte parti del mondo, dall’Afghanistan alle mura domestiche.
Un’altra amata protagonista di tante pellicole, la francese Emmanuelle Béart, premiata con la “Stella della Mole”, ha parole toccanti e lancia un appello su un tema delicatissimo come quello dell’incesto, al centro del documentario Un silence si bruyant, che ha co-diretto con la regista ucraina Anastasia Mikova, basato su fatti realmente accaduti. Vittima di un incesto in famiglia quando aveva 10 anni, la Bèart dichiara che “è stata sì un’esperienza dolorosa che la vita, però, mi ha insegnato a trasformare e soprattutto a trasmettere. Questo mestiere, un lavoro di linguaggio e di corpo, mi ha salvato la pelle e mi ha insegnato a non dimenticare di parlare a voce alta. Dico quello che non è facile dire e anche voi dovete osare, riacquistare il linguaggio, parlare, essere creduti e ascoltati».
Molto atteso anche l’arrivo di Alec Baldwin, assolto dopo il tragico incidente avvenuto nel 2021 sul set del film Rust dove ha perso la vita la direttrice dellafotografia Halyna Hutchins. Anche a lui, a Torino per accompagnare un cult, Caccia a ottobre rosso, thriller del 1990, il premio “Stella della Mole”.
Ad aprire Torino 2024 è stato Ron Howard, amatissimo Richie di Happy Days negli anni Settanta, qui per presentare Eden, storia vera del fallimento di un sogno per un gruppetto di avventurosi, tra cui una coppia di idealisti intellettuali tedeschi, alla ricerca di una vita migliore su un’isola deserta, di una coppia di coloni seri e tenaci e unambigua giovane baronessa che li raggiungeranno in questo apparente paradiso. Senza spoilerare il finale, le sorprese non mancano.
Anche la 19esima Festa del Cinema di Roma, direttrice artistica Paola Malanga, ha registrato a fine ottobre presenze record di attrici e attori tra i più amati dal pubblico. A sfilare sul tappeto rosso dell’Auditorium della Musica Laetitia Casta, splendida ed elegantissima in abito blu Givenchy, e abito Giorgio Armani per la cerimonia di chiusura. Non da meno Kasia Smutniak in Gucci, che ha scelto il nero, oversize e con giochi di volume, minibag e maxi soprabito con inusuale strascico per il red carpet capitolino. A sua volta Juliette Binocheha sfilato di giorno indossando un capo dello stilista di Jonathan Huguet, con un tocco di lilla che ha illuminato il suo passaggio, mentre per l’evento istituzionale la sera ha voluto omaggiare l’Italia scegliendo un classico firmato Dolce & Gabbana, un abito nero fasciante.
Se le protagoniste internazionali hanno conquistato tutti, grande attesa e una vera ovazione c’è stata per gli attori sul red carpet, a iniziare dall’affascinante Viggo Mortensen, cui è stato assegnato il Premio alla Carriera in occasione della presentazione di The Dead Don’t Hurt– raffinato western femminista - da lui scritto, diretto e interpretato, seconda esperienza dietro la macchina da presa dopo Falling, Storia di un padre (2020). L’attore, artista, regista e produttore statunitense è stato protagonista di una masterclass, subito soldout, con il pubblico della Festa. Un altro sex symbol sotto i riflettori, James Franco era a Roma per presentare Hey Joe, regia di Claudio Giovannesi, dove interpreta un veterano di guerra americano che torna a Napoli per conoscere il figlio annunciato da un telegramma… Un cambiamento che anche l’attore ha saputo affrontare,rivedendo i suoi valori: "Quando ero giovane, pensavo che il successo avrebbe dato un senso alla mia vita, poi negli anni ho capito che le cose più importanti per me erano stabilire un contatto reale con le persone. La mia vita doveva essere incentrata sulla connessione, l’aiuto agli altri, la crescita spirituale”.